Il cornuto immaginario
Commedia dell’Arte
di Molière
regia di Giovanni Giusto
Durata: 90 minuti
Uno spettacolo scoppiettante dalla prima all’ultima scena in puro stile Teatro dei Pazzi!
La trama prende origine da due atti unici di Molière, “Sganarello o il cornuto immaginario” e “Il matrimonio per forza”, la cui fusione intreccia le strade dei due protagonisti. Da una parte troviamo Sganarello con in mano la prova schiacciante del tradimento della moglie Beatrice con un ignoto cavaliere; dall’altra il vecchio Pantalone, vittima dell’amor senile, che, ad un passo dal fatidico “sì” con Celia, la figlia del nobile Gorgibus, si trova di fronte al dilemma in cui ogni uomo si è imbattuto almeno una volta nella vita: sposarsi o non sposarsi? E soprattutto, sposare una donna giovane e peperina non aumenterà le possibilità d’esser cornuto? A questi dilemmi tentano di rispondere i personaggi che girano intorno ai protagonisti: l’amico Geronimo, il saggio Dottore e l’irriverente Zingara, ma nessuno riuscirà a dissuadere il vecchio mercante veneziano dai suoi timori. Tutto dice a Pantalone che il matrimonio è un passo che “non s’ha da fare”, ma il contratto è già firmato, e al nobile Gorgibus non resta che ricorrere alle tecniche di persuasione del figlio Alcantore per convincere il futuro genero. Tutto dice a Sganarello che la moglie lo tradisce con l’avvenente Lelio, il cavaliere che ha colto in casa sua fra languidi sospiri, e che scopre essere l’innamorato della giovane Celia. Lelio, dal canto suo, è in lotta contro il tempo per riconquistare la mano della sua promessa sposa, e non può credere che lei abbia nel frattempo acconsentito ad andare in moglie al vecchio Pantalone.
In un crescendo di equivoci e insospettabili colpi di scena, scanditi da un ritmo incalzante, solo nel finale i dubbi di ognuno avranno risposta: Sganarello ritroverà l’intesa coniugale con la passionale Beatrice, Lelio e Celia potranno finalmente coronare il loro sogno d’amore con il benestare di Gorgibus, e Pantalone… tornerà a godere della serenità della sua condizione di scapolo senza “pesi sulla testa”.