
Giovanni Giusto, accompagnato da un musicista, porta in scena racconti e poesie di un tempo lontano.
Tra risate e lacrime racconta la vita e le persone del nostro territorio, il lavoro nei campi, le cose semplici, le preghiere, le feste, la politica e poi… il mare, quello senza ombrelloni, quello che si raggiungeva dopo ore di bicicletta, con la morosa sul manubrio.
La performance letterario-musicale è una finestra sulla vita dura di chi lavorava e viveva in campagna, e vedeva il mare come la mèta della libertà.
Il sapore del passato oggi così diverso da allora.